

Prima della ricetta ci tengo a fare gli auguri a mia sorella Ilaria per la sua laurea.....ti voglio tanto bene!
Ingredienti (20 biscotti c.a.):
- 100 gr farina
- 100 gr zucchero
- 1uovo
- 80gr burro
- 35 gr cacao
- 2 cucchiaini lievito
Preparazione:
Preparate la crema e lasciate riposare; nel frattempo preparate il caffè, nella quantità necessaria per inzuppare i savoiardi, versatelo in una ciotola e lasciatelo intiepidire. Montate la panna ed aggiungetela alla crema mescolando dal basso verso l'alto lentamente, cosi' da nonn smontare la panna. Bagnate i savoiardi nel caffe'(dovranno essere ben imbevuti ma non completamente zuppi) ed adagiateli in un contenitore. Ricoprite i savoiardi inzuppati con uno strato di crema aiutandovi con una spatolina. Disponete poi il secondo strato di savoiardi. Ricoprireteli con la restante crema che livellerete. Terminata questa operazione spolverizzate con abbondante cacao amaro la superficie del vostro dolce. Riponete in frigo per qualche ora per farlo compattare.Preparazione:
Preparate la besciamella,riscaldate il latte, in un'altra pentola sciogliete il burro ed aggiungete la farina, lasciate tostare, togliete dal fuoco e aggiungete il latte mescolando per evitare i grumi. Rimettete la pentola sul fuoco e lasciatela addensate (finche' non bolle). Insaporite con sale e noce moscata.
Prendete una padella mettete dell'olio e le salsicce spellate lasciandole rosolare, aggiungete il vino bianco e quando sara' sfumato unite i funghi. Lasciate cuocere per 10-15 minuti a fiamma bassa. Nel frattempo tagliate la provola a cubetti.
Prendete una pentola e fate bollire dell'acqua con un po' d'olio per scottare le sfoglie di lasagna: mettetele nell'acqua per qualche minuto ed una volta morbide posatele su della carta assorbente e poi subito nella teglia.
Prendete una teglia e versate un po' di besciamella ricoprendo il fondo, stendete le sfoglie di lasagna, aggiungete nell'ordine: besciamella, funghi e salsiccia, i cubetti di provola, abbondante parmigiano grattugiato, ed una spolverata di pepe. Continuare a fare gli altri strati fino a chiudere con uno strato di sfoglie di lasagna, besciamella, parmigiano e pepe.
Mettete la teglia in forno gia' caldo a 180° per 30 - 40 minuti, finche' la sfoglia non sara' dorata.
Preparazione
Lavate e asciugate le melanzane, spuntatele e tagliatele a metà nel senso della lunghezza, incidetele lungo il bordo, eliminate la polpa con un coltello e mettetela da parte. Posizionate le melanzane in una teglia da forno e tagliate meta' della polpa a dadini piccoli. Preparate una padella con dell'olio e fate soffriggere uno spicchio d’aglio, aggiungete la polpa di melanzane. Togliete l’aglio ed unite la carne macinata facendola rosolare. Lavate i pomodorini e tagliateli a spicchi metteteli in padella aggiustando di sale e pepe e mescolate. Spegnete il fuoco ed aggiungete la mozzarella tagliata a dadini, il basilico tagliato a piccoli pezzetti ed un uovo; mescolate il tutto. Farcite le melanzane con il ripieno. Versate sul fondo della teglia una tazzina d’acqua, spolverizzate con il pangrattato quindi infornate a 180° e cuocere per 40 minuti circa. Lasciate che si intiepidiscano prima di servirle.Preparazione:
Tagliate le zucchine a rondelle non troppo sottili e friggetele in abbondante olio caldo. Scolatele e versatele direttamente in una ciotola a strati aggiungendo sale, aglio e foglie di mente. Bagnate tutto con l'aceto e lasciate riposare per un paio d'ore circa. Passato il tempo mescolate.La cottura della pasta "al dente" significa che la pasta deve essere scolata circa 1-2 minuti prima rispetto al tempo di cottura indicato sulla confezione. In questo modo continuerà la sua cottura mentre verrà condita, ed eventualmente saltata in padella, in modo da non servirla scotta.
L'olio per il condimento è rigorosamente Olio d'Oliva o Olio Extra Vergine d'Oliva.Le erbe aromatiche indicate sono utilizzate fresche: in ogni casa di Capri c'è un angolo del balcone o del terrazzo dedicato alla coltivazione delle piantine di basilico, prezzemolo, etc.
Il Parmigiano Reggiano grattugiato è un condimento che viene servito a parte a tavola e aggiunto a piacere spolverandolo sui primi piatti a base di carne o verdure.
Per la preparazione bisogna disporre la farina a vulcano e al centro aggiungere l'olio d'oliva e l'acqua bollente. Lavorare fino ad avere una pasta compatta.In una scodella sbattere le uova e aggiungere la caciotta, il parmigiano e la maggiorana. Stendere un quarto del panetto di pasta, sulla spianatoia infarinata, con il matterello. Su metà sfoglia adagiare delle palline di ripieno, dosando con un cucchiaino da caffè, distanziandole circa 6 centimetri l'una dall'altra. Prendere l'altra metà della sfoglia e sovrapporla alla prima coprendo le palline. Procedere alla separazione dei ravioli incidendo intorno a ogni pallina con l'apposito stampino o con un bicchiere dal diametro di 4-5 centimetri.
Al termine delle operazioni mettere da parte i ravioli, senza sovrapporli, su un piano infarinato o su alcuni strofinacci puliti.Procedere allo stesso modo con la restante pasta. Cuocere in acqua bollente per cinque minuti, condire con il sugo di pomodoro fresco (ved. Chiummenzana), parmigiano e una foglia di basilico.Altrimenti friggerli in olio bollente fino a che la pasta diventa dorata e servirli caldi.
Personalità eclettiche, artisti visionari, grandi studiosi e nobili estrosi: a cavallo tra il XIX e il XX secolo l'Isola di Capri divenne il punto di riferimento per tutti coloro che desideravano rifugiarsi in un luogo magico e adatto ai sognatori, capace di ravvivare l'estro creativo e far dimenticare gli affanni della vita cittadina.
Tutti i personaggi che hanno amato Capri - da Compton Mackenzie a Friedrich Alfred Krupp - hanno sognato una villa sull'Isola Azzurra, un rifugio di pace e silenzio nel quale ritirarsi quando gli impegni professionali e mondani lo permettevano. Oggi è possibile ammirare alcune dimore di chi è riuscito a ritagliarsi un piccolo angolo di paradiso e che sono parte della storia di Capri.
Casa come me: è questo il nome che Curzio Malaparte ha scelto per sua dimora caprese arroccata su Capo Masullo, uno sperone di roccia situato lungo la passeggiata del Pizzolungo che prende il nome da uno storico pescatore locale. Costruita nel 1938 su progetto di Adalberto Libera, uno dei grandi esponenti del movimento razionalista italiano, Villa Malaparte è un importante esempio di architettura moderna.
Le mura esterne della villa sono di colore rosso e sul tetto si trova una grande terrazza con pavimento irregolare. Gli interni sono piuttosto semplici ma, al tempo stesso, ricchi di particolari architettonici degni delle grandi scuole contemporanee. Il salone è illuminato da grandi finestre e riscaldato da un camino con parete di cristallo: un dettaglio che permette di ammirare il mare attraverso il fuoco. In queste sale Curzio Malaparte scrisse una parte del romanzo Kaputt, uno dei suoi libri più conosciuti.
Nel testamento Curzio Malaparte indica la necessità di creare una fondazione capace di gestire i rapporti tra la comunità italiana e quella cinese, lasciando Casa come me a disposizione degli artisti cinesi in visita a Capri. Questa decisione fu impugnata dagli eredi e oggi Villa Malaparte (che è chiusa al pubblico) è di proprietà della Fondazione Giorgio Ronchi, un ente dedicato alla promozione della cultura e delle scienze.
Villa Lysis è stata progettata dal pittore e architetto Edouard Chimot nei primi anni del XX secolo per volere del Barone Jacques d'Adelsward-Fersen (conosciuto anche come Barone Fersen), scrittore e poeta francese che lasciò Parigi e si rifugiò a Capri a seguito di alcuni scandali sessuali. La costruzione, terminata nel 1905, riprende le caratteristiche architettoniche dello stile Liberty e si trova a poca distanza dalle rovine di Villa Jovis, una delle ville dell'Imperatore Tiberio. Conosciuta anche come Villa Fersen, il nome originario della dimora rimanda all'amico di Socrate citato nel Liside di Platone, un importante dialogo sull'amicizia.
Punto di riferimento per tutti i personaggi storici che frequentavano l'Isola di Capri nel primo ventennio del Novecento - dallo scrittore inglese Norman Douglas all'enigmatica marchesa Luisa Casati Stampa - Villa Lysis accoglie i visitatori con quattro imponenti colonne ioniche finemente decorate e da un architrave sul quale si trova una dicitura in latino (amori et dolori sacrum - sacro all'amore e al dolore).
Lo stile delle colonne dell'ingresso è ripreso da quelle che compongono il tempietto che si trova nell'ampio giardino della villa, dal quale parte anche un sentiero che conduce fino al mare. Nel salone principale si trova la scalinata che conduce al primo piano, dove si trovano la sala da pranzo, la camera degli ospiti e le camere da letto di Nino Cesarini e del Barone Fersen, caratterizzata da ampie finestre che si aprono verso il Golfo di Napoli. Passando dal seminterrato si giunge nella Sala Cinese, uno spazio decorato con mosaici e ideogrammi orientali che Jacques Fersen utilizzava per fumare oppio.
Alla morte del suo legittimo proprietario, causata da un'iniezione letale di cocaina, la villa fu lasciata a Nino che poi la cedette alla sorella del Barone Fersen. Lasciata per anni in uno stato di abbandono, Villa Lysis è stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico. Durante i mesi estivi le sue sale ospitano mostre ed eventi culturali.
Situato a ridosso della famosa Piazzetta di Capri, vicino all'ex Cattedrale di Santo Stefano, il Museo Cerio è una delle principali istituzioni culturali dell'Isola di Capri che nasce all'interno di un antico edificio del XIV secolo costruito dalla Famiglia Arcucci. Il museo è stato fondato da Edwin Cerio per ricordare la figura del padre, Ignazio Cerio, un importante medico, archeologo e studioso dell'Isola di Capri.
Durante la sua attività, Ignazio Cerio promosse numerosi studi naturalistici e collezionò reperti di diversa provenienza: tra le sue imprese più significative si ricordano gli scavi archeologici nella Grotta delle Felci, nel sito delle Parate e in quello del Grand Hotel Quisisana, oltre allo studio della Podarcis sicula coerulea, la famosa lucertola azzurra che si trova sui Faraglioni di Capri. Oggi i risultati della sua opera si possono ammirare nelle sale del museo, che custodiscono circa 20.000 oggetti suddivisi per argomento di studio (zoologia, archeologia, geologia, paleontologia, preistoria e protostoria) recuperati durante la sua infaticabile attività a Capri e in altri paesi.
Il Museo Cerio fa parte del Centro Caprense Ignazio Cerio, ente morale secondo il Decreto del Presidente della Repubblica del 20 ottobre 1949, ed è affiancato dalla biblioteca che raccoglie circa 5.000 testi riguardanti l'Isola di Capri. Le sale del museo sono aperte al pubblico (per informazione sugli orari si consiglia di chiedere informazioni all'Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Capri) e su prenotazione è possibile organizzare delle visite anche in orari diversi.
Villa Il Rosaio è una delle dimore capresi più conosciute grazie al numero di personaggi famosi che l'hanno scelta come rifugio di pace e tranquillità. L'ingegnere e scrittore Edwin Cerio acquistò questa casa contadina situata ad Anacapri nel 1911 e la modificò in base ai suoi gusti architettonici: il nome deriva dalle splendide rose che caratterizzavano un giardino dominato da viti, freschi pergolati, rampicanti e da un antico mulino rulale.
Edwin Cerio decise di affittare Villa Il Rosaio ai tanti artisti e scrittori che nella prima metà del Novecento affollavano l'Isola di Capri, ma amava anche rifugiarsi nel suo silenzio per dedicarsi ai suoi studi. Nel periodo in cui soggiornò a Villa il Rosaio, infatti, scrisse alcuni dei libri più conosciuti come Aria di Capri, L'Approdo e Capri nel Seicento. Dal 1914 al 1916 fu abitata da Compton Mackenzie e nel 1948 da Graham Greene, il quale amava trascorrere le sue vacanze sull'isola di Capri nella traquillità più assoluta.Tra gli altri ospiti illustri di Villa Il Rosaio è utile ricordare il poeta futurista Filippo Tommaso Marinetti, la pittrice Rosina Viva e il compositore Ottorino Respighi.
Villa Orlandi si trova a pochi passi da Piazza Boffe, il cuore del centro storico di Anacapri, e dal 1939 appartiene alla Fondazione Cerio. Così come per Villa Il Rosaio, anche Villa Orlandi nasce come casa di campagna poco influenzata dagli stili architettonici che caratterizzavano altre dimore anacapresi come la Casa Rossa e Villa San Michele. Prima di essere restaurata da Edwin Cerio e acquistata da Giuseppe Orlandi, la costruzione faceva parte del Convento delle Teresiane e veniva chiamata La Casa della Badessa.
Il viale di accesso di Villa Orlandi è costeggiato da un classico colonnato mentre gli interni si caratterizzano per i raffinati dettagli in stucco, tipici delle dimore settecentesche. Oggi nelle sale di Villa Orlandi è stato istituito il Centro Internazionale per la Cultura Scientifica dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II" per organizzare seminari e incontri di studio.
Ma questo e' un blog di cucina, percio' la domanda piu' importante e':
come mangero'??